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giovedì 28 marzo 2013

I GIORNI DI PASQUA - GIOVEDI' SANTO


Durante la sera gli apostoli e il loro maestro si riunirono nel luogo scelto da Gesù stesso e cominciarono le celebrazioni pasquali. I vangeli divergono riguardo agli avvenimenti succedutisi durante il pasto, in particolare quelli precedenti all'istituzione eucaristica. Giovanni ci rivela già da principio lo stato d'animo di Gesù: "Sapendo che era giunta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, dopo aver amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine".
I discepoli, ignari degli eventi che sarebbero presto accaduti, da bravi uomini del loro tempo erano in contraddizione a causa dei posti (secondo Luca avviene dopo l'istituzione eucaristica): ognuno di loro desiderava un posto più onorifico e già nascevano le lamentele su chi di loro fosse il più grande fra i dodici. Gesù aveva già precedentemente sedato una discussione simile con una parabola e con la celebre frase: "Gli ultimi saranno i primi".

Ora a quell'umiliante scenata Gesù risponde, secondo Giovanni, con i fatti. Dopo avergli espresso come sia il più grande colui che si renderà schiavo dei suoi fratelli, egli si alzò dal tavolo, si cinse al fianco un asciugatoio e, preso un catino, cominciò a lavare i piedi ai propri discepoli dimostrando come lui, che era il maestro, si era reso il più umile fra loro. Solo Pietro tentò di fermare il gesto del maestro, dicendo: "Signore, tu lavi i piedi a me?" e ricevendo come risposta il fatto che, se non avesse accettato questo servigio, non sarebbe stato partecipe con lui nel Regno dei cieli.
Terminata la lavanda dei piedi Gesù riprese posto a tavola. Egli occupava senza dubbio il posto più onorifico e gli apostoli avevano dibattuto su chi dovesse sedersi nel posto più vicino a lui. Essendo la tavola a semicerchio, secondo una moda dell'epoca, i divani erano disposti radialmente all'esterno del semicerchio. Gesù occupava dunque il posto centrale al vertice del semicerchio e, a quanto dicono i vangeli, erano Pietro, Giovanni e Giuda Iscariota i commensali più vicini a lui. Alla destra di Gesù stava Pietro, alla sinistra Giovanni, che poteva così appoggiare la testa sul petto del maestro e a fianco di Giovanni stava Giuda, abbastanza vicino a Gesù.

Questi, mentre gli apostoli continuavano la cena, rivelò che uno di loro l'avrebbe presto tradito. I discepoli, entrati in confusione, chiesero al maestro chi di loro fosse il traditore e per ultimo Giovanni, su consiglio di Pietro, avvicinatosi a lui, gli chiese di mostrarglielo. Ai tempi in cui viveva Gesù si era soliti mettere nel tavolo alcuni vassoi comuni nei quali si intingeva il pane o le erbe amare. Gesù intinse dunque un boccone di pane e lo porse a Giuda Iscariota dicendo: "Quello che devi fare, fallo presto". Nessuno dei commensali comprese però il significato di tale gesto e Giuda ebbe dunque la possibilità di alzarsi e di andare via (secondo il vangelo di Luca, Giuda esce dal cenacolo subito dopo l'istituzione eucaristica). Secondo il vangelo di Matteo, Gesù avvertì gli apostoli che il traditore sarebbe stato colui che avrebbe intinto insieme a lui la mano nel piatto; identificando in questo modo Giuda come il suo traditore
Mentre la cena continuava, Gesù compì un atto alquanto insolito nel rito pasquale. Prese del pane e dopo aver pronunziato la preghiera di benedizione, lo spezzò e dandolo ai discepoli disse: "Prendete e mangiate. Questo è il mio corpo che è dato per voi; fate questo in memoria di me"
Poco dopo prese un calice colmo di vino e dopo averlo benedetto allo stesso modo disse: "Bevetene tutti, perché questo è il mio sangue dell'alleanza, versato per molti, in remissione dei peccati"
Questo gesto sconvolse parecchio gli apostoli che rammentarono l'avvenimento nelle prime comunità cristiane, tanto che San Paolo, nella sua lettere ai Corinzi, presentò l'Eucaristia come un rito nel quale il fedele mangiava e beveva davvero il corpo e il sangue di Gesù. Quel gesto, secondo l'apostolo, sarebbe inoltre un collegamento fra l'ultima cena e la successiva passione, essendo in entrambi i momenti il suo corpo donato e il sangue versato.
Giovanni è l'unico a tacere sull'avvenimento, concentrandosi principalmente sulla lavanda dei piedi e sugli ultimi insegnamenti di Gesù ma vi è un precedente riferimento all'istituzione eucaristica nel capitolo 6 e precisamente nella frase, pronunciata da Gesù: "Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà più fame e chi crede in me non avrà più sete"
Si è discusso a lungo se Giuda abbia partecipato o no all'Eucaristia, i vangeli di Matteo e Marco infatti inseriscono la rivelazione del suo tradimento (e di conseguenza la sua uscita dal cenacolo) prima dell'istituzione eucaristica mentre Luca la inserisce dopo. Giovanni non parla dell'eucaristia e dunque non venne preso in esame. Alcuni padri della Chiesa credettero che Giuda fosse presente al convito mentre altri lo negarono. Essendo i vangeli, unica fonte storica sulla vita di Gesù, discordanti riguardo alla cronologia degli avvenimenti, la questione non potrà mai avere soluzione.

Da Wikipedia e immagini dal web


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