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martedì 31 ottobre 2017

HALLOWEEN (2017)


Come già scritto, ad eccezione per le benne cartoline vintage e le immagini che circolano nel web, questa non è una festa che amo.

La parola Halloween rappresenta una variante scozzese del nome completo All Hallows' Eve, che tradotto significa "Notte di tutti gli spiriti sacri", cioè la vigilia di Ognissanti.
Secondo l'antropologo Renato Cortesi l'origine andrebbe ricercata nel racconto del personaggio di Jack O' Lantern, che fu condannato dal diavolo a vagare per il mondo, di notte, alla sola luce della zucca "scavata" contenente una candela. Poichè il termine inglese per scavare è "to hollow" (e quindi l'atto di scavare è "hollowing") da ciò deriverebbe il nome Halloween.

Viene celebrata la notte tra il 31 ottobre e 1° Novembre ed è di origine celtica.
Nel XX secolo  ha avuto origine negli Stati Uniti e si è poi  diffusa in altri paese, tra cui l'Italia.
Viene rappresentata in modo vario; dalla sfilata di bimbi in costume, ripresa dall'usanza  risalente al medioevo, quando la gente povera andava porta a porta a Ognissanti (il 1º novembre) e riceveva cibo in cambio di preghiere per i loro morti il giorno della Commemorazione dei defunti (il 2 novembre). Questa usanza nacque in Irlanda e Gran Bretagna, sebbene pratiche simili per le anime dei morti si rinvengano anche in Sud Italia; al giro delle case, dove i  bambini si recano mascherati di casa in casa, chiedendo dolciumi e caramelle o qualche spicciolo con la domanda "Dolcetto o scherzetto?". La parola "scherzetto" è la traduzione dall'inglese trick, una sorta di minaccia di fare danni ai padroni di casa o alla loro proprietà, se non viene dato alcun dolcetto (treat).


La tradizione americana di intagliare zucche risale al 1837 ed era originariamente associata con il tempo del raccolto in generale, mentre fu associata specificamente a Halloween verso la seconda metà del Novecento.



Caratteristica della festa è la simbologia legata alla morte e all'occulto, di cui è tipico il simbolo della zucca con intagliata un'espressione facciale (solitamente felice) e illuminata da una candela o una lampadina piazzata all'interno.




LE TRADIZIONI IN ITALIA
A Serra San Bruno, (Calabria)  vi è la secolare tradizione del "Coccalu di muortu". I ragazzini, dopo aver intagliato una zucca riproducendo un teschio vagano  per le vie del paese tenendo in mano la loro creazione e, o bussando agli usci delle case oppure rivolgendosi direttamente alle persone che incontrano per strada, esordiscono con la frase dialettale : "Me lo pagate il teschio?".



In Puglia, a Orsara di Puglia, la notte tra l'1 e il 2 di novembre  davanti a ogni casa vengono accesi dei falò per illuminare la strada di casa ai defunti che in quella notte tornerebbe a trovare i viventi. Sulla brace di questi falò, viene cucinata della carne che tutti mangiano in strada assieme ai passanti. Nella giornata dell'1, nella piazza principale, si svolge la tradizionale gara delle zucche decorate.



A San Nicandro Garganico, cittadina in provincia di Foggia, l'1 novembre è usanza andare di porta in porta a chiedere un'offerta. I bambini bussando alla porta recitano la filastrocca "dammi l'anima dei morti, altrimenti butto giù la porta". Questa usanza ricorda molto quella del dolcetto o scherzetto, tipica dei paesi anglosassoni.



A Massafra, cittadina in provincia di Taranto, gli anziani raccontano che la notte del 31 ottobre le anime del purgatorio lasciano il cimitero e percorrono in processione le vie del centro storico usando il pollice a mo' di candela e raggiungendo le chiese per celebrare la messa dei morti. Se incontrano qualcuno per strada lo portano con sé. La tradizione popolare vuole che un tale mentre si recava al lavoro all'alba vide che in chiesa c'era la messa e vi entrò. Al termine della messa quando il prete si girò per la benedizione, si accorse che era senza naso. Solo allora si rese conto che tutti quelli che erano intorno a lui erano morti e fu sopraffatto.



In Friuli e Veneto  era diffusa la tradizione di intagliare zucche con fattezze di teschio, e la credenza che nella notte dei morti questi potessero uscire dalle tombe, muoversi in processione, irretire i bambini, e infine che gli animali nelle stalle potessero parlare Sempre in Friuli era diffusa una tradizione simile a quella del "dolcetto o scherzetto", ma applicata nelle festività natalizie o carnevalesche, feste che hanno pure origine come riti di passaggio d'anno, similmente a Halloween. In queste occasioni i bambini, eventualmente travestiti da figure spaventose e mostruose, potevano bussare di porta in porta recitando filastrocche il cui significato era quello di chiedere dolci, noci o piccoli regali, in cambio di un augurio rivolto all'interlocutore di accedere al paradiso.



In Sardegna e in Corsica c'è  una tradizione antichissima e prevede che i bambini si rechino di casa in casa per chiedere di fare del bene per le anime dei morti attraverso richieste di doni usando frasi di rito come "mi fa le piccole anime?") o"qualcosa per le anime. I bambini che bussano alle porte si presentano nel Nuorese come "quelli che bussano".



In Emilia, in particolare a Reggio Emilia, si festeggia mangiando dolci chiamati favette o ossa dei morti. Sono biscotti dolci di pasta alla mandorla e di zucchero aromatizzate e colorate fatte a forma di ossa. Si dice che mangiare tali dolciumi porti bene in quanto richiamano la protezione dei morti cari, in modo che possano proteggere dalla rigidezza dell'inverno.



In Abruzzo, in un paese in provincia di Pescara c'è una ricorrenza quasi identica ad Halloween, con tanto di zucche intagliate, ma quando i bambini bussano alle porte al "Chi è?" invece di rispondere "Dolcetto o scherzetto?" dicono "le anime dei morti".




Da Wikipedia.















Immagini dal web e vari Pinterest.