Quando i numeri dei discepoli aumento nacquero dei dissidi tra ebrei greci ed ebrei di lingua ebraica: i primi sostenevano che non venivano aiutate le loro vedove mentre i secondi sostenevano che era meglio predicare la parola di Dio e la preghiera che fare "servizio delle mense"e chiesero che fossero i primi ad occuparsi delle loro vedove così essi potevano dedicarsi alla preghiera. Così gli Apostoli, mediante imposizioni delle mani nominarono sette diaconi perché servissero alle mense. Stefano per la sua cultura e la sua grande fede fu il primo. Gli Atti degli Apostoli raccontano quindi come nell'espletamento di questo compito Stefano fosse pieno di grazia e di fortezza, e come compisse grandi prodigi tra il popolo, non limitandosi al lavoro amministrativo ma essendo attivo anche nella predicazione, soprattutto fra gli ebrei della diaspora, che passavano per la città santa di Gerusalemme e che egli convertiva alla fede in Gesù crocifisso e risorto. Nel 33-34 d.C., il popolo degli ebrei ellenistici catturarono il Santo, il quale accusato da falsi testimoni, venne trascinato davanti al sinedrio con l'accusa di aver usato espressioni blasfeme contro Mosè e contro Dio. Stefano, ispirato dallo Spirito, alzò gli occhi al cielo e disse: “Ecco, io contemplo i cieli aperti e il Figlio dell’uomo, che sta alla destra di Dio”. A quel punto i presenti lo trascinarono fuori dalle mura della città e presero a lapidarlo con pietre. I loro mantelli furono deposti ai piedi di un giovane di nome Saulo (il futuro "apostolo delle genti", Paolo di Tarso), che assisteva all'esecuzione.
Gli Atti riportano infine che alcune persone pie lo seppellirono, non lasciandolo in preda alle bestie, com'era consuetudine allora; mentre nella città di Gerusalemme si scatenò una violenta persecuzione contro i cristiani, comandata da Saulo.
Tra la nascente chiesa e la sinagoga ebraica il distacco si fece sempre più evidente, fino alla definitiva separazione; la Sinagoga si chiudeva in sé stessa per difendere e portare avanti i propri valori tradizionali; la Chiesa, sempre più inserita nel mondo greco-romano, si espandeva iniziando la straordinaria diffusione del Vangelo.
Il 3 dicembre 415 il sacerdore sognò un vecchio in abiti liturgici, il dotto Gamaiele, istruttore di S. Paolo, che lo chiamò e gli disse di essere dispiaciuto i suoi compagni Stefano, Nicodemo (suo discepolo) eAbiba (suo figlio) erano stati sepolti senza onore nel giardino della sua casa,dove anche lui stesso per suo volere venne sepolti. Chiedeva di trovare loro una sistemazione più decorosa e che volevano fosse dato un culto alle loro reliquie. Il vescovo di Gerusalemme accontì agli scavi nel posto indicato e le reliquie vennero ritrovate. La notizia destò stupore nel mondo cristiano, ormai in piena affermazione, dopo la libertà di culto sancita dall'imperatore Costantino un secolo prima. Da qui le reliquie di Stefano cominciarono a spargersi per il mondo conosciuto di allora: una piccola parte fu lasciata al prete Luciano, che a sua volta le regalò a vari amici; il resto fu traslato il 26 dicembre 415 nella chiesa di Sion a Gerusalemme.
La celebrazione liturgica di Stefano è stata da sempre fissata al 26 dicembre, subito dopo il Natale, perché nei giorni seguenti alla manifestazione del Figlio di Dio, furono posti nel martirologio i comites Christi, cioè i più vicini nel suo percorso terreno e primi a renderne testimonianza con il martirio.
La proliferazione delle reliquie, testimonia il grande culto tributato in tutta la cristianità al protomartire santo Stefano, già veneratissimo prima ancora del ritrovamento delle reliquie nel 415.
Da http://it.wikipedia.org/wiki/Stefano_protomartire
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