AVVISO AI NAVIGANTI...: SIAMO ALLA RICERCA DI NOTIZIE DI QUESTI ILLUSTRATORI DI LIBRI PER L'INFANZIA ANNI '50-'60 : MARIAPIA FRANZONI TOMBA; BRUNO TOMBA; ANNA FRANZONI; ITALO ORSI; ROSELLA BANZI MONTI. CHIUNQUE PUO' AIUTARCI NELLA RICERCA DI NOTIZIE(anche la più piccola) PUO' INSERIRE UN COMMENTO IN QUALSIASI POST.
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sabato 4 febbraio 2023

La voce - Giovanni Pascoli

Amo molto Pascoli, questa poesia più di tutte. 

Pascoli scriveva poesie molto tristi dove raccontava i momenti bui della sua vita come in questa dove, meditando il suicido ricorda tutte le cose tristi della sua vita. Tra tutte però c'è il ricordo di sua madre dalla quale gli giunge la voce che, nonostante tutto, lo esorta a vivere.

LA VOCE

C'è una voce nella mia vita,
che avverto nel punto che muore:
voce stanca, voce smarrita,
col tremito del batticuore:

voce d'una accorsa anelante,
che al povero petto s'afferra
per dir tante cose e poi tante,
ma piena ha la bocca di terra:

tante tante cose che vuole
ch'io sappia, ricordi, sì… sì…
ma di tante tante parole
non sento che un soffio... Zvanì...

Quando avevo tanto bisogno
di pane e di compassione,
che mangiavo solo nel sogno,
svegliandomi al primo boccone;

una notte, su la spalletta
del Reno, coperta di neve,
dritto e solo (passava in fretta
l'acqua brontolando, si beve?);

dritto e solo, con un gran pianto
d'avere a finire così,
mi sentii d'un tratto daccanto
quel soffio di voce... Zvanì...

Oh! la terra, come è cattiva!
la terra, che amari bocconi!
Ma voleva dirmi, io capiva:
- No… no… Di' le devozïoni!

Le dicevi con me pian piano,
con sempre la voce più bassa:
la tua mano nella mia mano:
ridille! vedrai che ti passa.

Non far piangere piangere piangere
(ancora!) chi tanto soffrì!
il tuo pane, prega il tuo angelo
che te lo porti... Zvanì...

Una notte dalle lunghe ore
(nel carcere!), che all'improvviso
dissi - Avresti molto dolore,
tu, se non t'avessero ucciso,

ora, o babbo! - che il mio pensiero,
dal carcere, con un lamento,
vide il babbo nel cimitero,
le pie sorelline in convento:

e che agli uomini, la mia vita;
volevo lasciargliela lì…
risentii la voce smarrita
che disse in un soffio... Zvanì...

Oh! la terra come è cattiva!
non lascia discorrere, poi!
Ma voleva dirmi, io capiva:
- Piuttosto di'un requie per noi!

Non possiamo nel camposanto
più prendere sonno un minuto,
ché sentiamo struggersi in pianto
le bimbe che l'hanno saputo!

Oh! la vita mia che ti diedi
per loro, lasciarla vuoi qui?
qui, mio figlio? dove non vedi
chi uccise tuo padre... Zvanì...?

Quante volte sei rivenuta
nei cupi abbandoni dei cuore,
voce stanca, voce perduta,
col tremito del batticuore:

voce d'una accorsa anelante,
che ai poveri labbri si tocca
per dir tante cose e poi tante;
ma piena di terra ha la bocca:

la tua bocca! con i tuoi baci,
già tanto accorati a quei dì!
a quei dì beati e fugaci
che aveva i tuoi baci... Zvanì...

che m'addormentavano gravi
campane col placido canto,
e sul capo biondo che amavi,
sentivo un tepore di pianto!

che ti lessi negli occhi ch'erano
pieni di pianto, che sono
pieni di terra, la preghiera
di vivere e d'essere buono!

Ed allora, quasi un comando,
no, quasi un compianto, t'uscì
la parola che a quando a quando
mi dici anche adesso... Zvanì...

Foto da internet.

lunedì 11 novembre 2019

SAN MARTINO (poesia)

 SAN MARTINO

Umido e freddo spunta il mattino,
ed a cavallo va San Martino
Quand’ecco appare un mendicante,
lacero e scalzo vecchio e tremante
Il cavaliere mosso a pietà,
vorrebbe fargli la carità
Ma nella borsa non ha un quattrino,
e allora dice Oh poverino
Mi spiace nulla io posso darti,
ma tieni questo per riscaldarti
Divide in due il suo mantello,
metà ne dona al poverello
Il sole spunta e brilla in cielo,
caccia la nebbia con il suo velo
E San Martino continua il viaggio,
sempre allietato dal caldo raggio.
Nero il cielo era;
la pioggia fitta al suol precipitava
nè una casa nè una roggia
al meschin si presentava
avanza sconfortato,
le sue gambe eran tremanti
ecco un giovane soldato
si presenta a lui davanti
snello biondo ardito e bello,
ei sta ritto sul cavallo
guarda e subito il mantello
svelto taglia senza fallo
ne dà mezzo al poveretto,
che l’indossa, e il donatore
fissa. Dice ” Benedetto,
sia per sempre il tuo buon cuore.”
Il meschino era Gesù,
e Martin si prosternava
ora non pioveva più,
ecco il cielo rischiarava
riapparì smagliante il sole,
s’udì dolce un’armonia
gelsomini, rose, viole,
infioravano la via.
( Nano Giustino)

giovedì 30 gennaio 2014

NEVE -ATTESA INVANA

Neve.. neve.. neve!!!!
Era attesa ma non è arrivata.... Scende l'odiosa pioggia ....






  Che dice la fata del Gelo
da nuvola a nuvola lieve
schiudendo l'usciolo del cielo
ai molti fiocchini di neve?

L'Inverno vi chiama Fiocchetti.
E' il vostro momento. Partite!
I rami degli alberi, i tetti,
le cime dei monti coprite.

Felici essi prendono il volo.
Nel turbine bianco, giocondo,
volteggiano, cadono al suolo
e pare... di zucchero il mondo!


 Nel bosco, per gli ampi declivi,
sugli aghi sottili dei pini,
parlando tra loro giulivi
discendono i bei fiocchettini.

Ricordi la gaia Sorgente
nell'angolo ombroso tranquillo?
Or muto sarà certamente
quel suo chiacchierino zampillo!

Oh eccola!  Eccola qui!
E' tutta ghiacciata e scoperta.
Chissà come ha freddo così!
Facciamole noi la coperta!


 
  La neve! Che bella sorpresa!
esclama con grande allegria
la bimba che sulla discesa
sciando e cantando s'avvia.

La incontrano i piccoli fiocchi
cadendo dall'alto giocondi.
Le entran, per burla, negli occhi.
Le baciano i riccioli biondi.

Lei sente un solletico lieve
sfiorarle l'orecchio ed il viso...
Lo sa ch'è un fiocchetto di neve
e atteggia le labbra a un sorriso.


   Cip... Cip... I fiocchetti hanno udito
un esile fioco lamento:
Sarà un uccellino smarrito
che soffre nel gelo, nel vento!

Oh eccolo! E' assiderato!
Soccorso cercare dobbiamo!
Chi soffre non va abbandonato!
Laggiù c'è una casa. Bussiamo!

C'è qui un uccellino svenuto
con zampe ed aluccestecchite!
Coniglia vuoi dargli il tuo aiuto?
Ma certo, è un dovere!  Venite!



Permesso? Permesso? Si può?

E' tempo di mettervi a letto!

L'orsetto sorride:  Lo so!

Ti stavo aspettando, Fiocchetto!



Ciao, Bruco. Anche a te buonasera!

Di scorte ne avete mi pare.

Finchè torna in ciel Primavera

qui al caldo potete restare.



Soltanto l'arzillo Ermellino

non teme del freddo i rigori.

Si cambia il suo bel mantellino

e insieme hai fiocchetti va fuori.


 
Oh, guarda!  Laggiù c'è un bambino

che dorme... Ed accanto al suo letto

c'è vedi?,  anche un piccolo pino

Domani è Natale, Fiocchetto!



Natale?  Gioiscono i fiocchi.

Ma, allora, stanotte è Vigilia!

Quel bimbo avrà chicche e balocchi.

Natale che gran meraviglia!



Fiocchetti, fermiamoci qua.

E' un posto bellissimo e quieto.

Stanotte Gesù passerà...
 FacciamoGli un bianco tappeto.




 

 Parlando rammentan la notte, 
 la notte del mondo più bella...
 Dal cielo discesero a frotte
 attratti al fulgor d'una stella...

e giunti a una spoglia capanna
non vollero muoversi più:
tra canti lontani d'osanna
nasceva il Bambino Gesù.

I fiocchi eran fuori a guardare
seduti per terra o su un pino:
nessuno di lor volle entrare
per non dare freddo al Bambino.


Ormai Primavera è alle soglie.

Il sole già caldo compare.

Un primo fiocchetto si scioglie.

Qui cari è prudente scappare!



La nube più grande si spezza.

Si tinge d'azzurro il bel cielo.

Si leva una tiepida brezza...

Comincia, comincia il disgelo!



Arrivan tre vispe fatine

che fanno nel ciel pulizia:

L'Inverno s'appressa alla fine.

Via, via, Fiocchettini!  Via! Via



E poi Primavera compare
in festa di sole e colori
spargendo al suo dolce passare
profumi gentili di fiori.

Oh bei Fiocchettini, perchè
io arrivo e voi siete qui ancora?
L'Inverno finisce con me.
Partite Fiocchetti, ch'è ora!

E i fiocchi, valigia alla mano,
baciati da un raggio di sole,
dileguano tutti pian piano,
spariscono senza parole.



mercoledì 1 gennaio 2014

POESIA AL NUOVO ANNO



I MESI DELL'ANNO



Gennaio mette ai monti la parrucca,
Febbraio grandi e piccoli imbacucca;
Marzo libera il sol di prigionia,
April di bei color gli orna la via;
Maggio vive tra musiche d'uccelli,
Giugno ama i frutti appesi ai ramoscelli;
Luglio falcia le messi al solleone,
Agosto, avaro, ansando le ripone;
Settembre i dolci grappoli arrubina,
Ottobre di vendemmia empie le tina;
Novembre ammucchia aride foglie in terra,
Dicembre ammazza l'anno, e lo sotterra.

                                                 (A. S. Novaro)

venerdì 1 novembre 2013

NOVEMBRE

Novembre è considerato un mese triste. Può esserlo, però in questo mese ci sono tante feste: Ognissanti, La Commemorazione dei Defunti (sarà questa festa a cvonsiderarlo così?), S. Martino... e poi già dai primi giorni di questo mese le vetrine iniziano ad essere allestite per il Natale. Si sente già nell'aria in questo mese l'altmosfera natalizia. E' un mese che per passa veloce per lasciar posto al mese più bello dell'anno: Dicembre.



 NOVEMBRE

Gémmea l’aria, il sole così chiaro
Che tu ricerchi gli albicocchi in fiore,
e del prunalbo l’odorino amaro
                         senti nel cuore.
Ma secco è il pruno, e le stecchite piante
Di nere trame segnano il sereno,
e vuoto il cielo, e cavo al piè sonante
                                 sembra il terreno.
Silenzio, intorno: solo, alle ventate,
odi lontano da giardini ed orti,
di foglie un cader fragile. E’ l’estate,
                               fredda, dei morti.

                                                                                            G. Pascoli

giovedì 19 settembre 2013

FRATELLI


FRATELLI

Con il mio morbido pelo,
accarezzai una pietra,
e la pietra mi rispose, muta:
"Sei un fratello!".
Con i miei occhi lunari
penetrai nell'animo di un fiore,
e il fragile fiore mi disse:
"Ciao, fratello!".


Spiccai un balzo nel cielo,
toccai una farfalla in volo,
e la farfalla gridò, spaventata:
"Hey, scherzi fratello!"
Passai all'erba, al vento,
al sole e alle stelle brillanti, 
e sentii risuonare nell'universo:
"Salve, fratello!"



Con il mio passo felpato
mi avvicinai ad un uomo di strada:
"Saluti, fratello!"
E lessi nella sua mente 
pensiero seccato:
"Via di qui, animale!".
Sono un gatto,
fratello del sole e delle stelle
fatto di erba, di farfalla, di pietra.


Sono soltanto un'animale 
per l'uomo di strada piccolo e arrogante, 
che ha paura di vivere e soprattutto di morire
per cui teme il vento, il sole e le stelle,
e prega il suo Dio 
credendosi tuttavia superiore
dell'erba, della farfalla e della pietra.




Non sa quanti fratelli potrebbe avere.

                                                                                                   (Autore Ignoto)