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mercoledì 27 dicembre 2017

MARIA ZEF

Ieri sera su You tube ho potuto rivedere un film in dialetto friulano trasmesso dalla Rai nel 1981.
Questo film, Maria Zef è stato tratto da un racconto scritto da Paola Drigo nel 1936.
L'autrice, nata a Castelfranco Veneto il  4 gennaio 1876, si sposò a 22 anni, con  l'agronomo Giulio Drigo, andando a vivere a Mussolente, nei dintorni di Bassano del Grappa (Vicenza). Rimasta vedova nel 1922, nel 1937 si trasferì a Padova, dove morì nel 1938 nel giorno del suo 62esimo compleanno.
Pubblicò novelle e articoli  nei più prestigiosi giornali dell'epoca che furono raccolti in tre volumetti. È autrice poi di due rilevanti romanzi, editi entrambi nel 1936: Fine d'anno e Maria Zef che venne ristampato varie volte.  Parte della sua opera fu, ed è ancor oggi, tradotta in varie lingue europee.
Dal romanzo Maria Zef vennero tratti due film uno nel 1953 e il secondo, più recente nel 1981.
La trama del romanzo fece clamore per il tema che veniva trattato: l'incesto.
Il film del 1981, con la regia con la regia di Vittorio Cottavafi, è stato girato fra Udine, Arta Terme, e Forni di sopra avendo come sceneggiatore Siro Angeli che nel film interpreta lo zio Zef.
Interpretato nel dialetto locale (con sottotitoli in italiano) non si discosta molto dal racconto dell'autrice.

IL FILM

La quindicenne Mariute con la madre Catine,  la sorellina Rosute e i cagnolino Petòti vagano con il carretto  per vendere oggetti costruiti dallo zio Zef, l'unico parente che hanno e che era fratello del marito di Catine.
Alla morte improvvisa della madre le due sorelline vengono ospitate in un convento di suore e successivamente accolta dallo zio nella sua baita sulla montagna. Mariute si occupa di tutto dalla casa, al pranzo, al bestiame senza mai lamentarsi. Per una infezione alla gamba, Rosute viene ricoverata a Forni,  in ospedale. Con la lontananza della sorellina, lo zio, dedito all'alcol, abusa  di Mariute. Ella si  rassegna alla violenza dello zio: per gli anni in cui la vicenda è ambientata era una cosa quasi normale della quale non se ne parlava al di fuori dell'ambito familiare.

Per la giovane però ci sono momenti sereni: l'incontro con Pieri, un ragazzo pieno di sogni, che parte per l'Argentina in cerca di fortuna, l'inizio di un innamoramento con la promessa di un ritorno;  l'amore verso gli animali e la presenza del fedele Petòti le danno attimi di serenità. Le violenze alla povera Mariute non cessano mai: lo zio ne abusa sessualmente e verbalmente ogni volta che è ubriaco. Dopo malessere si reca dalla guaritrice del paese dove scopre di aver contratto la sifilide.

. Ma scopre anche che sua madre era abusata dallo zio, che la metteva incinta aiutandola poi ad abortire e che della sua stessa malattia è morta la madre. La giovane nonostante le dure esperienze vissute non prova odio verso lo zio, considerandolo un povero uomo, ridotto alla solitudine, fallito ed alcolizzato. Alla notizia che Rosute è guarita e sta per essere dimessa dall’ospedale, insieme con la gioia che prova, ne avverte il pensiero che la sorellina possa essere un'altra vittima e gli si insinua il dubbio che diviene certezza che Rosute non può essere figlia di suo padre, in quel periodo lontano da casa,  ma dello zio.

Consapevole che la violenza che subirà la sorella è peggiore di quella da lei subita, in quanto è un rapporto padre-figlia, l'odio esplode e incurante della punizione che le verrà afflitta dalla legge e trasportata dall'amore per la sorellina, trova il coraggio di mettere la parola fine a tutte queste violenze uccidendo lo zio Zef con un colpo di scure.


Il film: https://www.youtube.com/watch?v=kkJT_JSAY-0

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