Venne processata dinanzi all'arconte Pascasio e fu minacciata di essere esposta tra le prostitute, Pascasio dunque ordinò di prenderla e spostarla con la forza ma lei diventò miracolasamente così pesante, che né decine di uomini né la forza di buoi riuscirono a spostarla. Lucia allora fu sottoposta al supplizio del fuoco, ma ne rimase totalmente illesa, sicché infine, piegate le ginocchia, fu decapitata. Morì dopo aver ricevuto la Comunione e profetizzato la caduta di Diocleziano e la pace per la Chiesa.
Privo di ogni fondamento, e assente nelle molteplici narrazioni e tradizioni, è l'episodio in cui Lucia si strappa - o le vengono cavati - gli occhi. L'emblema degli occhi sulla coppa, o sul piatto, sarebbe da ricollegarsi, semplicemente, con la devozione popolare che l'ha sempre invocata protettrice della vista a motivo del suo nome Lucia.
Si racconta che il corpo della santa, prelevato a Siracusa nel 1040 dai Bizantini di Giorgio Maniace, giunse a Costantinopoli; da qui è stato successivamente trafugato dai Veneziani che conquistarono la capitale bizantina nel 1204 ed è quindi attualmente conservato e venerato nella chiesa di San Geremia a Venezia.
Le sacre spoglie della santa siracusana tornarono eccezionalmente a Siracusa per sette giorni nel dicembre 2004 in occasione del 17º centenario del suo martirio. L'arrivo e la partenza delle spoglie furono salutati da una incredibile folla di siracusani, ad Erchie (Br) nel 2014, e sempre in quell'anno tornarono per una decina di giorni a Siracusa in occasione del 10º anniversario della prima visita del corpo nella sua città natale.
C'è comunque un altra ricostruzione storica che vede le spoglie della Santa portate a Metz (Francia) dove tuttora risiedono in un altare di una cappella della chiesa di Saint-Vincent,
suffragata da una fonte certa, gli Annali della città dell'anno 970 d. C. scritti da Sigeberto di Gembloux (1030-1112), uomo di chiesa e cronista considerato tra i più importanti e attendibili storici medievali.
La storia di Metz sarebbe inoltre resa più credibile anche da altri eventi registrati nel tempo. Per esempio nel 1792 le 'presunte' reliquie di Santa Lucia furono attestate come autentiche dalle autorità ecclesiastiche del luogo e collocate nuovamente sotto un importante altare. Poi, nel 1867, prelevate dalla teca, vennero poste dal vescovo di Metz in un statua di cera rappresentante una giovane ragazza, riccamente vestita e con una ferita al collo inferta da un pugnale. Tempo dopo un frate francescano, aiutato da un medico, si introdusse di notte nell'abbazia e aprì la bambola di cera per studiare le reliquie in essa contenute. I due appurarono che le ossa, appartenenti a varie parti del corpo, erano realmente di una ragazza di 13-15 anni e mantenevano evidenti segni di bruciature.
È considerata per tradizione, la patrona della vista e di tutti coloro che ne soffrono, come i non vedenti, i miopi, gli astigmatici.
Santa Lucia è patrona dell'Arcidiocesi di Siracusa e dell'Arcidiocesi di Messina-Lipari-Santa Lucia del Mela; è anche patrona del Gremio dei calzolai della città di Sassari. e di molti comuni italiani.
Santa Lucia viene festeggiata anche in altre nazioni, tra cui Svezia, Argentina, Austria, Brasile (Quiririm), Danimarca, Finlandia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Saint Lucia, Spagna (Tolosa), Malta (Santa Lucija Gozo).
Nella tradizione popolare il 13 dicembre, giorno dedicato al culto di Santa Lucia, è considerato il giorno più corto dell'anno. Il detto "Santa Lucia, il giorno più corto che ci sia" fu coniato verosimilmente in un periodo di poco anteriore alla riforma del calendario introdotta da Papa Gregorio XIII nel 1582, con cui veniva colmata la sfasatura tra calendario civile e quello solare che aveva portato a coincidere il solstizio d'inverno con il 13 dicembre. Da allora il giorno più corto dell'anno (solstizio d'inverno) venne riportato al 21-22 dicembre. Per una casuale coincidenza il 13 dicembre è comunque collegato ad un fenomeno astronomico, ossia con il giorno dell'anno in cui il sole tramonta prima: dopo tale giorno il tramonto avviene ogni giorno più tardi; ciò nonostante, anche dopo il 13 dicembre le giornate continuano ad accorciarsi; infatti, fino al 21-22 dicembre, l'anticipazione del tramonto viene accompagnata da una maggiore posticipazione dell'alba.
In alcune regioni dell'Italia settentrionale esiste una tradizione legata ai "doni di santa Lucia",
Santa Lucia porta i doni ai bambini ormai dal XIV secolo, da quando i nobili veneziani, nel giorno dedicato alla Santa, facevano doni ai bambini. Secondo l'usanza, i bimbi scrivono una lettera alla santa, elencando i regali che vorrebbero ricevere e dichiarando di meritarseli, essendo stati bravi e obbedienti durante l'anno.
Allo scopo di ringraziare la santa è uso lasciare del cibo; solitamente delle arance, dei biscotti, caffè, mezzo bicchiere di vino rosso e del fieno, oppure farina gialla e sale o fieno, per l'asino che trasporta i doni.
Il mattino del 13 dicembre, al loro risveglio, i bimbi troveranno un piatto con le arance e i biscotti consumati, arricchito di caramelle e monete di cioccolato. Inoltre, a volte nascosti nella casa, i doni che avevano richiesti e che sono dispensati totalmente o parzialmente, secondo il comportamento tenuto.
Da Wikipedia e immagini dal web.
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