La festa della Candelora
conosciuta così in Italia è una festa cattolica per celebrare la presentazione
Anticamente questa festa veniva celebrata il 14 febbraio (40 giorni dopo l'Epifania). La denominazione di "Candelora", data popolarmente alla festa, deriva dalla somiglianza del rito del lucernario, di festa ebraica di cui parla Egeria («Si accendono tutte le lampade e i ceri, facendo così una luce grandissima» con le antiche fiaccolate rituali che già si facevano nei Lupercali, antichissima festività romana che si celebrava proprio a metà febbraio. La somiglianza tra questa festività pagana e quella cristiana non è solo nell'uso delle candele, ma soprattutto nell'idea della purificazione: nell'una relativa all'usanza ebraica nell'altra riguardo alla februatio.
Durante il suo episcopato, papa Gelasio I (492-496) ottenne dal Senato l'abolizione della festa pagana che fu sostituita dalla quella cristiana della Candelora. Nel VI secolo la ricorrenza fu anticipata da Giustiniano al 2 febbraio, data in cui si festeggia ancora oggi.
In Oriente si dà importanza all'incontro tra Gesù e il vecchio sacerdote Simeone e la profetessa Anna nel tempio di Gerusalemme e la festa ha infatti il nome di Hypapante (cioè "incontro"). Gli anziani Simeone e Anna riconoscono nel bambino il Messia, per cui Simeone ringrazia commosso Dio di averlo potuto vedere prima di morire e profetizza gli eventi futuri a Maria e Giuseppe. Simeone e Anna sono visti come gli ultimi profeti e il simbolo dell'incontro promesso tra il Messia e il popolo d'Israele.ù
In Occidente, invece, con il tempo la festa ha assunto carattere mariano, facendo prevalere l'aspetto della purificazione della madre su quello del riscatto del primogenito: per questo, prima della riforma liturgica avviata dal Concilio Vaticano II, la festa era chiamata "Purificazione di Maria". La riforma liturgica ha voluto, invece, dare centralità a Cristo come primogenito del Padre e del nuovo Israele, rendendo così questa festa non più mariana, ma cristiana.
La festa viene osservata anche dalla Chiesa ortodossa e da diverse chiese protestanti. In molte zone e in diverse confessioni è tradizione comune che i fedeli portino le proprie candele alla chiesa locale per la benedizione. Il 2 febbraio in certe regioni è uso togliere il presepe.
La Candelora è oggetto di numerosi proverbi dialettali meteorologici, anche in contrasto fra loro.
Eccone alcuni:
«Se nevica per la Candelora sette volte la neve svola.»
A Cannelora Vierno è fora! Risponne San Biase: Vierno mo' trase! dice a vecchia dint' a tana: ...nce vo' 'nata quarantana! cant' o monaco dint' o refettorio: tann' è estate quann' è Sant'Antonio! (dialetto napoletano)
(Alla Candelora l'inverno è finito! Risponde San Biagio "L'inverno ora inizia!". Dice la vecchia dentro la tana "Ne mancano ancora 40". Canta il monaco dal refettorio "L'estate arriva quando viene Sant'Antonio"». (13 giugno)
Se piôv par Zariôla quaranta dè l'inveran in z'arnôva. (dialetto romagnolo)
(Se piove per la Candelora si rinnovano quaranta giorni d'inverno)
La Madona Candelora, se la vien con sol e bora de l'inverno semo fora;
Se la vien con piova e vento,de l'inverno semo dentro. (dialetto triestino)
(Se per la festa della Madonna della Candelora c'è sole e c'è la Bora, siamo fuori dall'inverno; ma se piove o c'è vento, siamo ancora in inverno.)
Pella 'Andelora se pioe o se gragnola dell'inverno semo fora; ma se
sole o solicello semo ancor in mezzo a i'verno. (dialetto toscano)
(Per la Candelora, se piove o se grandina, siamo usciti dall'inverno; ma
se c'è il sole più o meno sereno, siamo ancora in mezzo all'inverno)
De la Candelora ogni aceddu fa la cova (dialetto salentino)
(Dalla Candelora ogni uccello fa le cova)
Da Candalora, cu on avi carni s'impigna a figghjiola (dialetto calabrese)
(Alla Candelora se non hai carne impegna la figliola)
Questi proverbi hanno più o meno la stessa traduzione:
Da la Madona Candeòra de l'inverno semo fora; ma se xe piova e vento, de l'inverno semo drento.
(dialetto veneto)
Da Candelora ill'nvernu simu fora, ma si chiovi e ventu tira, ill'nvernu simu intra»
(dialetto calabrese)
A la Madonna Candelora de l'inverno semo fora, ma se piove e tira vento, de l'inverno semo dentro»
(dialetto umbro)
Il di' dla Candelora de l'inverno sem fora ma se piov, fioca o tira il vent in dl'invern andem in den
(dialetto lodigiano)
A la Madona da la Sciriœura dol inverno a semm da fœura ma s'al fioca o al tira vent quaranta dì a semm anmò dent (dialetto lombardo)
Candelora, de l'invernu semu fora; ma se piôe u tira vendu, de l'invernu semu drendu. (dialetto marchigiano)
A Cannëlôrë, ci non nevëchë e non chiovë, a Vërnët non è fôrë (dialetto pugliese)
Alla Candelora dell'inverno siamo fuori, ma se piova o tira vento nell'inverno siamo dentro)
Nessun commento:
Posta un commento