Nevicò per
tre giorni e alla vigilia di Natale la neve era alta. Ma in quasi tutte le case
era acceso un bel fuoco e la gente, affaccendata nei preparativi della festa,
non sentiva il freddo.
Le strade
erano deserte e le porte tutte chiuse. Solamente un bambino biondo,
sull’imbrunire, andava per le strade e bussava di porta in porta.
Il bambino
implorava, più con lo sguardo che con le parole; ma le porte gli si chiudevano
in faccia di colpo.
Aveva
bussato alle porte delle case di migliore apparenza, finalmente picchiò a
quella della casuccia della vedova Marta.
–
Un bambino! Un bambino! – ripeterono le voci dei ragazzi. Marta prese il
piccolo ospite per mano e lo fece entrare.
Sul focolare
ardevano appena due tizzi e l’aria era fredda; il bambino guardava intorno con
i grandi occhi azzurri e tremava.
Allora la
povera Marta, per riscaldarlo un poco, non seppe che stringerlo al cuore, fra
le sue braccia materne.
Nello stesso
momento una grande fiamma si levò sul focolare, tutta la stanza scintillò, più
splendida di una reggia.
E l’ospite
biondo non c’era più, sparito in quella gran luce. Ma tutti ancora lo sentivano
in cuore, perché tutti avevano riconosciuto il Bambino Gesù.
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