Il segno del comando è uno sceneggiato televisivo di genere fantastico/giallo prodotto dalla RAI nel 1971 in cinque puntate. Il tema era inusuale per i tempi: occultismo, esoterismo, spiritismo, reincarnazione, presenze fantasmatiche, sullo sfondo di una Roma in continuo bilico tra passato e presente, tra realtà e mistero.
TRAMA
Lancelot Edward Forster è un professore di letteratura inglese presso l'università di Cambridge. Ha scoperto per caso un inedito diario di
Lord Byron, scritto durante il soggiorno romano del 1817, ed è alle prese con la sua traduzione, di cui ha pubblicato la prima parte su una prestigiosa rivista letteraria
inglese. In un passo del diario, Byron ha annotato:
«21 aprile 1817,
notte, ore 11. Esperienza indimenticabile, luogo meraviglioso, piazza
con rudere di tempio romano, chiesa rinascimentale, fontana con delfini, messaggero di pietra, musica celestiale, tenebrose presenze».
La pubblicazione del diario attira l'attenzione di
George Powell, addetto culturale dell'ambasciata inglese a Roma, che invita Forster a tenere una conferenza presso il British Council
in occasione della settimana byroniana. Il professore riceve anche un
secondo invito a recarsi nella Città Eterna, da un misterioso pittore,
un certo
Marco Tagliaferri, che gli invia una fotografia della piazza
citata da Byron, che Forster ritiene invece un luogo inventato,
sfidandolo a trovarla. Incuriosito dalla coincidenza, Forster si
precipita nella capitale italiana.
Appena arrivato, fa visita allo studio di Tagliaferri, in via Margutta
33. Ad aprirgli è
Lucia, la modella del pittore, che, scalza e
semisvestita, lo tiene sulla porta e rimanda l'incontro con l'artista a
quella stessa sera in una locanda di Trastevere, la Taverna dell'Angelo. Su consiglio di Lucia, Forster va ad alloggiare all'Hotel Galba,
dove gli assegnano la stanza 33. Vi incontra la direttrice, la signora
Giannelli, che nega di conoscere la modella, e una sua vecchia fiamma,
Olivia, anche lei ospite dell'albergo insieme al compagno
Lester
Sullivan, detto il Barone rosso, antiquario irlandese a Roma per affari.
Forster cerca di contattare telefonicamente Tagliaferri. Con
grande sorpresa scopre che il pittore è morto. Recatosi al British
Council, incontra Powell e ha occasione di conoscere la sua segretaria
italiana
Barbara, studentessa di archeologia, che si offre di individuare la fantomatica piazza.
Si fa sera e arriva l'ora dell'appuntamento con Lucia. La modella
conduce Forster per i vicoli di Trastevere fino alla Taverna
dell'Angelo, dove però Tagliaferri non si presenta. Forster, dopo aver
bevuto del vino,
inizia a sentirsi strano e, in preda a spaventose allucinazioni, perde i
sensi. Svegliato da una prostituta, si ritrova solo, riverso nella
propria automobile: la sua valigetta, contenente la riproduzione in microfilm
del diario byroniano, è sparita. Frastornato, rifiuta l'aiuto della
donna e raggiunge il più vicino commissariato. Il maresciallo di polizia, trasteverino, non ha mai sentito parlare di una Taverna dell'Angelo e, incredulo, lo invita a sporgere denuncia per un tipico furto con raggiro.
Deluso e sempre più confuso, Forster torna alla sua automobile, dove trova il medaglione con l'effigie di una civetta
indossato da Lucia. Un fischio lontano, che si spegne tra i vicoli
deserti, attira la sua attenzione, ma della taverna sembra non esserci
più traccia. Fatto giorno, Forster torna allo studio di Tagliaferri,
dove l'attende una rivelazione sconcertante: il pittore romano è sì
morto, ma un secolo prima.
È un anziano colonnello
in pensione, discendente del Tagliaferri nonché suo omonimo, a dare al
professore la notizia. L'uomo, che abita accanto allo studio del pittore
e colleziona orologi
antichi, gli racconta la storia del suo antenato, morto giovane in
circostanze misteriose, e della sua amante e modella Lucia, che si
uccise disperata il giorno dopo. Leggenda vuole che il fantasma della modella si aggiri ancora per le stanze dello studio abbandonato.
Forster rivela di aver incontrato Lucia: non un fantasma, ma una
ragazza in carne e ossa. Quando chiede che aspetto avesse il pittore, il
colonnello lo esorta a visitare l'Antico Caffè Greco,
che conserva un autoritratto di Tagliaferri: Forster rimane di stucco
per la forte rassomiglianza con sé stesso. Tornato in albergo e
rassicurato da Powell, il professore riceve la telefonata di un
misterioso anonimo: potrà ritrovare la sua valigetta al Cimitero degli inglesi.
Tra i viali del cimitero gli sembra di scorgere nuovamente Lucia.
Seguendo la ragazza, giunge nei pressi di una tomba, su cui gli appare
appoggiata la figura di un uomo che sembra Tagliaferri. La tomba è
quella del pittore: leggendo le date impresse sulla lapide, Forster
scopre che Tagliaferri era nato nel suo stesso giorno un secolo prima,
il 28 marzo 1835, ed era morto nello stesso giorno, il 28 marzo, del 1871.
La conferenza su Byron è fissata per la sera del 28 marzo 1971: stesso
giorno, un secolo dopo. Turbato, Forster si confida con Olivia, che gli
confessa di essere spaventata da tutta questa storia.
Forster fa esaminare il medaglione di Lucia da un esperto d'arte,
Prospero Barengo. L'antiquario riconosce il manufatto come la rara opera di un orafo del 1700,
Ilario Brandani, noto per le sue attività negromantiche.
Mentre Barengo va a chiamare Sullivan per mostrargli il medaglione,
Olivia, in preda al terrore, scongiura Forster di sbarazzarsene,
convinta che sia maledetto come tutte le opere di Brandani. Sullivan
rivela inoltre che anche Brandani è nato e improvvisamente morto il 28
marzo, ma di due secoli prima: 1735-1771.
Intanto Barbara ha scoperto che la foto della piazza è il fotomontaggio di un quadro. Forster si reca alla Biblioteca Angelica,
per cercarne notizie. V'incontra uno stravagante principe,
Raimondo
Anchisi, che si dichiara uno studioso dilettante dell'opera di Byron e
che lo invita nel suo palazzo, dove conserva un'aggiornatissima collezione di studi byroniani. Forster non si sbilancia, ma quando scopre che il quadro
Fantasia architettonica con motivi romani,
opera di Tagliaferri, appartiene alla collezione Anchisi, raggiunge
nottetempo il palazzo del principe. L'edificio sembra disabitato, quando
una figura di donna appare a una finestra, recando un candelabro, e dal buio spunta Lucia, più inquietante e sfuggente che mai.
Forster torna al British Council e si confida con Powell, che al solito minimizza. Barbara non crede ai fantasmi,
ma ricorda che secondo la leggenda chi vede il fantasma di Palazzo
Anchisi è destinato a morire entro il mese e il 28 marzo 1971 è sempre
più vicino.
Il professore torna da Anchisi, che lo accoglie calorosamente
mentre sta cacciando in malo modo Sullivan, che cercava di convincerlo a
vendere la sua collezione. Il principe invita Forster nel suo studio,
pieno di scritti su Byron e di volumi su esoterismo e occultismo. Anchisi affronta il tema della misteriosa annotazione di Byron: a suo dire, descrive un'esperienza esoterica, vissuta dal poeta inglese in un palazzo, che si affacciava sulla piazza dipinta da Tagliaferri. Nel palazzo, due secoli prima, secondo Cagliostro, abitava un potente negromante, la cui identità può essere svelata solo da un predestinato.
Ancora turbato, Byron aveva fatto seguire alla sua annotazione
dei versi in italiano:
«Voltai le spalle al Signore e camminai sui
sentieri del peccato.
Voltai le spalle al Signore, ma quando il tempo finì, seppi che ero
giunto dove non dovevo giungere...».
Forster si mostra scettico. Quando
chiede notizie del quadro, Anchisi lo informa che sta per essere venduto
all'asta e che il colonnello Tagliaferri ha avuto un malore.
Forster raggiunge la clinica dov'è ricoverato il colonnello, ma
le sue condizioni non consentono visite. La nipote del colonnello gli
consegna la chiave dello studio del suo antenato. Lasciando la clinica,
il professore non si accorge dell'arrivo di Sullivan. Entrato nello
studio di Tagliaferri, si rende conto che è pericolante e disabitato
almeno dalla morte del pittore. Un rumore di passi annuncia l'arrivo di
Powell, là convocato da una telefonata anonima. Insieme salgono fino al
soppalco, dove, superato il bassorilievo di una civetta, ritrovano la
valigetta del professore con i microfilm del diario di Byron.
Forster cerca di aggiudicarsi l'asta del quadro, ma è battuto da
un intermediario, che agisce su incarico di un cliente incognito.Tornato
in albergo, incontra Sullivan, al quale tutta la faccenda sembra una
specie di caccia al tesoro, la cui mappa è nel diario di Byron. Li
interrompe la signora Giannelli, che reca un biglietto con un indirizzo
in città: se è ancora interessato all'acquisto del quadro, il professore
vi si dovrà trovare alle 22. Giunto al civico, vi vede entrare la
stessa signora Giannelli. Accompagnato in una stanza del palazzo, trova la signora e altri strani figuri, che lo attendono per iniziare una seduta spiritica.
La
medium,
una donna vestita di nero con il volto coperto da un lungo velo che ne
dissimula i lineamenti, apparentemente posseduta dallo spirito di
Tagliaferri, rivela che il quadro si trova in una nave a remi e che la
piazza del quadro esiste. Quando Forster le chiede com'è morto
Tagliaferri, la medium invita gli altri partecipanti a uscire; poi
rivela che il pittore era già morto da un secolo e che anche Forster è
già morto. Alzatasi, lancia un urlo spaventoso e sviene. Forster la
soccorre e si accorge che è Lucia. Adagiatala su un divano, si volge per
cercare aiuto, ma sembra che ogni via d'uscita sia stata serrata.
Quando torna a guardare il divano, anche Lucia è misteriosamente
scomparsa, lasciando però aperta una delle porte della stanza. Forster
si trova a vagare per il magazzino della sartoria teatrale Paselli.
Scosso, fa ritorno in albergo: il portiere lo informa che Olivia e
Sullivan sono improvvisamente partiti. Dalla finestra della sua stanza
scorge la signora Giannelli e Lucia che rientrano in hotel da un
ingresso secondario. Il professore si precipita nella camera della
signora Giannelli, che insiste di essere sola. Lo squillo del telefono
interrompe la tesa conversazione. La signora Giannelli esita a
rispondere. Appena sollevato il ricevitore, il professore glielo strappa
di mano: all'altro capo, un uomo cerca di Sullivan per avvertirlo che
il colonnello Tagliaferri è morto.
Forster fa visita alla nipote del colonnello e scopre che,
nell'esatto istante in cui è morto, ha smesso di funzionare un pezzo
importante della sua collezione: un orologio del '700, opera dell'orafo
Ilario Brandani. All'interno dell'orologio ci sono l'effigie di una
civetta e il nome di un santo: Onorio. Il professore si reca alla chiesa
di Sant'Onorio al Monte, ma non vi trova nessun apparente collegamento con Tagliaferri o con Brandani.
Deluso, torna a studiare i microfilm del diario di Byron a casa
di Barbara, quando riceve una telefonata di Sullivan. Il Barone rosso
parla di un ingranaggio di morte che si è messo in moto e che ha già
mietuto la prima vittima nel colonnello Tagliaferri. Se Forster non
vuole essere la prossima, deve risolvere un mistero, che è come una banconota
strappata in due parti: Sullivan ne ha una, l'altra è nel diario di
Byron. La telefonata, a cui assiste Powell nascosto nel giardino della
residenza di Sullivan, è interrotta da due spari.
La mattina dopo Forster va da Powell per metterlo al corrente degli ultimi sviluppi, che il diplomatico
inglese finge di non conoscere. Il professore ricorda che, all'arrivo
all'Hotel Galba, aveva trovato Olivia intenta ad ascoltare alla televisione l'esecuzione per orchestra del Salmo
XVII di
Baldassarre Vitali. Torna con Powell alla chiesa di Sant'Onorio
al Monte, dove sono custoditi i salmi musicati dal compositore, ma
nella collezione manca proprio il XVII.
Insieme raggiungono la Basilica di Massenzio, dove l'orchestra del concerto televisivo sta provando. Forster, per un momento, crede di vedere Lucia tra i violoncellisti. Il direttore d'orchestra conferma che non c'è traccia dello spartito
originale con il testo del Salmo XVII e accenna a una leggenda, per la
quale il salmo è legato a un segreto e tra i suoi versi si cela un
messaggio criptato.
Stavolta è Powell a mostrarsi scettico. Per lui la chiave del mistero è
nel quadro e l'asta era una trappola per far uscire allo scoperto
Sullivan.
Forster e Powell pranzano con Barbara. Vengono a sapere dalla ragazza che a Roma è rimasta una sola nave a remi: è l'isola Tiberina,
che ne ha la forma e, secondo la leggenda, sorge nel luogo in cui ne
affondò una. Nell'unico appartamento sull'isola, con stupore e sollievo,
il professore ritrova Olivia e il quadro di Tagliaferri. La donna,
terrorizzata, lo scongiura di lasciare Roma per sfuggire ai personaggi
occulti e terribili che manovrano i fili di tutta la storia. Forster
inizia a sospettare di Powell e di Anchisi. Tra le cose di Sullivan il
professore trova un metodo per l'apprendimento della musica. Olivia
spiega che serviva al Barone rosso per studiare la partitura del Salmo XVII di Vitali.
A sera Forster accetta un nuovo invito del principe Anchisi. Dopo
cena, il nobile rievoca una seduta spiritica di qualche anno prima,
durante la quale lo spirito di Tagliaferri aveva parlato di un tragico
mistero, nascosto nelle pagine del diario sconosciuto di un grande
poeta: quello di Byron scoperto dal professore. Il principe rivela a
Forster che Tagliaferri, oltre che un pittore, era anche un noto
spiritista che, convinto di essere la reincarnazione di Brandani, teneva
le sue sedute all'Hotel Galba.
Nel suo studio, Anchisi mostra a Forster un libro del '700,
appartenuto al colonnello Tagliaferri. L'anonimo autore scrive di un
maestro, che affidò un segreto lascito a familiari fidati, affinché lo
nascondessero, custodito
«da un messaggero con corpo ma senz'anima», in
una piazza, dov'erano un
rudere romano e una fontana con delfini. Oltre
non si può leggere: le pagine del libro sono devastate, come da furiose
pugnalate. Il lascito è noto come il segno del comando, anche se nessuno
sa cosa sia: può essere ritrovato solo da un predestinato.
Improvvisamente Forster precipita in una dimensione onirica.
Mentre passeggia sulle tombe di Brandani e di Tagliaferri, accompagnato
ora da Lucia ora da Barbara, incontra Anchisi, il sarto Paselli,
l'antiquario Barengo e la signora Giannelli che, con altre persone,
stanno preparando la sua sepoltura per il 28 marzo. Arriva Sullivan, che
lo scongiura di salvare Olivia; infine gli appare la stessa Olivia che,
legata, terrorizzata e sofferente, invoca il suo aiuto prima di morire.
Forster si risveglia nel suo letto all'Hotel Galba, destato dalla
cameriera che gli porta la colazione.
Olivia è davvero morta: apparentemente si è tolta la vita. Forster, che non crede al suicidio
dell'amica, affronta Powell: il diplomatico, per conservare la fiducia
del professore e garantirsi la sua collaborazione, gli rivela di essere
un agente dell'Intelligence Service.
È il 24 marzo e a Forster non resta che immergersi nello studio
del diario di Byron alla ricerca di un qualche indizio. Si imbatte nella
frase:
«Notte indimenticabile in casa di O. Ch'io possa essere dannato,
se accetto di nuovo un suo invito».
Si convince che O., unico
personaggio incognito del diario, sia la chiave del mistero. Insieme a
Barbara, setaccia le biblioteche di Roma e i registri parrocchiali,
finché non lo identifica: O. sta per
Oberon, soprannome affibbiato da
Byron a
Sir Percy O. Delaney. Nel 1817 abitava in un palazzo di Via
delle Tre Spade, al numero 119. È il 28 marzo.
All'ingresso del palazzo, Forster ritrova l'effigie della civetta. Sceso nella cripta, sotto un'edicola con un'icona del Cristo, scorge la tomba di Sir Percy. All'improvviso sente un organo
eseguire il Salmo XVII di Baldassarre Vitali. Il suono della melodia lo
guida a un appartamento nel palazzo. Gli apre un anziano cieco: è lui a
custodire lo spartito del Salmo, detto "della doppia morte", che Vitali
non aveva voluto affidare a Sant'Onorio, perché la riteneva una musica
maledetta. Leggendo lo spartito,
Forster scopre che i versi
«Voltai le spalle al Signore e camminai sui
sentieri del peccato...» non sono di Byron, ma di Vitali. L'anziano gli
racconta che la piazza, su cui guarda l'edificio, un tempo era quella
descritta da Byron e dipinta da Tagliaferri: affacciatosi alla finestra,
il professore vede Lucia nella piazza e si precipita in strada.
La modella si lascia inseguire per le vie di Roma e conduce
Forster alla sartoria Paselli, fino alla stanza della seduta spiritica.
Poi scompare. Nel palazzo entrano anche Sullivan, che aveva solo
inscenato la sua morte e stava seguendo Forster, e Powell, che a sua
volta stava alle calcagna di Sullivan per proteggere il professore. I
due si affrontano pistole alla mano: Powell rinfaccia al Barone rosso di
aver eliminato in Olivia un testimone scomodo e gli chiede conto del
carteggio von Essen.
Sullivan, nel tentativo di fuggire, apre la chiusura provvisoria di una
finestra in restauro, cade nel vuoto e muore. Powell si mostra convinto
che il professore sia stato vittima delle trame di Sullivan,
interessato alle sue ricerche, ma non dice di più.
Viene il tempo della conferenza. Al British Council si presentano
l'antiquario Barengo, la signora Giannelli e il principe Anchisi, che
si qualifica come proprietario dell'Hotel Galba. Forster espone le sue
scoperte: nel palazzo di Via delle Tre Spade, che fu di Oberon, nel
Settecento abitava Baldassarre Vitali, anch'egli un negromante. Il suo
spirito apparve a Byron nel corso della seduta spiritica citata da
Anchisi, confessando di aver ucciso Ilario Brandani per carpirgli il
segno del comando. Il compositore aveva poi criptato nel testo del Salmo
XVII l'indicazione del luogo, in cui lo aveva nascosto.
Dopo la conferenza, Forster cerca di rintracciare il luogo, ma è
preceduto da Powell che, ai piedi della statua di un angelo (il
«messaggero con corpo ma senza anima») gli rivela finalmente la sua
missione: recuperare un compromettente
dossier segreto tedesco.
Un ufficiale delle SS, durante la guerra, aveva alloggiato nella casa
del cieco: appassionato di musica, aveva decifrato il testo di
Baldassarre Vitali e aveva usato per il
dossier lo stesso nascondiglio del segno del comando, che intanto è scomparso.
Il 28 marzo sta finendo e Forster sembra dover andare incontro al
suo ineluttabile tragico destino, lo stesso di Brandani e di
Tagliaferri. Addentratosi nei sotterranei, che si aprono dietro la
statua dell'angelo, alla vana ricerca del segno del comando, si ritrova
nel cantiere della metropolitana di Roma: sta per essere schiacciato da
una macchina operatrice, quando, a mezzanotte, i lavori vengono fermati,
appena in tempo. La predestinazione è stata smentita. Al contrario
Powell, dopo un'accesa discussione con il principe Anchisi e la sua
confraternita, muore in un incidente stradale alle luci dell'alba.
Forster si ritrova tra i vicoli di Trastevere. Per caso riconosce
la Taverna dell'Angelo. Entrato, vi trova Lucia. La ragazza gli confida
che la predestinazione non si è compiuta, perché il segno del comando è
già in suo possesso: è il medaglione di Lucia con l'effigie della
civetta, lasciato sul sedile della sua automobile dopo il loro
precedente incontro nella taverna. Ma Lucia è una ragazza assunta da
Anchisi per impersonare la modella di Tagliaferri o è il fantasma della
vera Lucia?
Trama completa copiata ed incollata da
https://it.wikipedia.org/wiki/Il_segno_del_comando
:
LE REINCARNAZIONI negli anni 1700,1800,1900.
Brandani/Tagliaferri/Forster,
Vitali/Byron/Powell,
Cagliostro/Oberon/Anchisi
CAST:
Ugo Pagliai: Lancelot Edward Forster
Carla Gravina: Lucia
Massimo Girotti: George Powell
Carlo Hintermann: Lester Sullivan
Rossella Falk: Olivia
Paola Tedesco: Barbara
Franco Volpi: principe Raimondo Anchisi
Augusto Mastrantoni: col. Marco Tagliaferri
Angiola Baggi: Giuliana, nipote del colonnello
Silvia Monelli: la sig.ra Giannelli,
Roberto Bruni: Prospero Barengo
Amedeo Girardi: Paselli, il sarto
In questo bloog si poossono vedere le location esatte dello sceneggiato.
https:
//www.davinotti.com/index.php?option=com_content&task=view&id=286&Itemid=79
Nel 1992 la Fininvest realizzò un
remake dello sceneggiato trasmesso da Canale 5 la sera del 1º marzo, con la partecipazione di noti attori, tra i quali spiccano
Robert Powell nei panni del professor Forster ed
Elena Sofia Ricci in quelli di Lucia.