Sembra che in antichità c'era un cannone di prima portata, chiamato la Merla che doveva essere trasportato oltre il Po ed attesero quesi tre giorni molto freddi per poterlo trainare sul fiume gelato. Ma si dice anche che una Nobile Signora di Caravaggio, nominata de Merli, la quale dovendo traghettare il Po per andare a Marito, non lo poté fare se non in questi giorni, ne' quali passò sovra il fiume gelato.
Per alcuni i giorni della merla corrispondono agli ultimi di gennaio, mentre per altri (Emilia Romagna) il 30-31 gennaio e 1 febbraio.
Legati a questi giorni si tramandano varie leggende.

Sotto la grondaia di un palazzo in Porta Nuova c’era il nido di una famigliola di merli, che a quel tempo avevano le piume bianche come la neve. C’era la mamma merla, il papà merlo e tre piccoli uccellini, nati dopo l’estate.
La famigliola soffriva il freddo e stentava a trovare qualche briciola di pane per sfamarsi, perché le poche briciole che cadevano in terra dalle tavole degli uomini venivano subito ricoperte dalla neve che scendeva dal cielo.
Dopo qualche giorno il papà merlo prese una decisione e disse alla moglie: “Qui non si trova nulla da mangiare, se continua così moriremo tutti di fame e di freddo. Ho un’idea, ti aiuterò a spostare il nido sul tetto del palazzo, a fianco a quel camino, così mentre aspettate il mio ritorno non avrete freddo. Io parto e vado a cercare il cibo dove la neve non è ancora arrivata”.
E così fu fatto: il nido fu messo vicino al camino e il papà partì. La mamma e i piccoli uccellini stavano tutto il giorno nel nido, scaldandosi tra loro e anche grazie al fumo che usciva tutto il giorno dal camino.
Dopo tre giorni il papà tornò a casa e quasi non riuscì più a riconoscere la sua famiglia! Il fumo nero che usciva dal camino aveva colorato di nero tutte le piume degli uccellini!
Per fortuna da quel giorno l’inverno divenne meno rigido e i merli riuscirono a trovare cibo sufficiente per arrivare alla primavera.
Da quel giorno però tutti i merli nascono con le piume nere e, per ricordare la famigliola di merli bianchi divenuti neri, gli ultimi tre giorni del mese di gennaio sono detti “I tre giorni della merla”.
Tanto, tanto tempo fa a Milano ci fu un inverno molto rigido.


Stufa delle continue persecuzioni, un anno la merla fece provviste che bastassero per un mese intero e poi si rinchiuse nel suo nido. Rimase lì, al riparo, per tutto il mese di gennaio, che all’epoca durava ventotto giorni.
Giunti all’ultimo giorno del mese, la merla, credendo di aver ingannato il perfido gennaio, sgusciò fuori dal nido e si mise a cantare per prenderlo in giro.
Gennaio, furioso, se ne risentì e chiese tre giorni in prestito a febbraio. Avutoli in dono, scatenò bufere di neve, vento, gelo, pioggia.
La merla si nascose allora in un camino e vi restò ben nascosta aspettando che la bufera passasse.
Trascorsi i tre giorni e finita la bufera, la merla uscì dal camino, ma a causa della fuliggine, il suo bel piumaggio candido si era tutto annerito.
Così essa rimase per sempre con le piume nere e da quel giorno tutti i merli nascono di colore scuro.
Queste leggende più o meno sono simili: le piume dei merli diventano nere a causa della fuliggine dei camini, nel tentativo di proteggersi dal freddo.
Un'altra leggenda, molto triste, è ambientata sulle rive del Po.

Questa leggenda sarda non ha per protagonista i merli.
Una volta, quando gennaio era di 29 giorni fece bel tempo per tutto il mese. Il pastore era contento perché il pascolo sarebbe stato rigoglioso e lui avrebbe avuto un buon reddito. Il pastore si vantò: “Meno male che quest’anno è iniziato col buon tempo e ormai gennaio è alla fine!”. Allora Gennaio dispettoso e cattivo disse: “Ah è così? Ora ti faccio vedere io!” Voleva umiliare il pastore e il mondo intero con il gelo e con il freddo. Ma poiché era alla fine dei suoi giorni e non avrebbe potuto mettere in opera il suo intento, andò da febbraio, che allora era di trenta giorni, e gli chiese due giorni in prestito:
“Febbraio prestami due giorni, così che possa scatenare il maltempo con la neve e il gelo affinché il pastore muoia di freddo, così impara a vantarsi."
Febbraio acconsentì, gli prestò due giorni, e così Gennaio in quei due giorni si diede da fare a più non posso, con la neve e il gelo, giorno e notte. Cadde tanta di quella neve che gli animali non poterono più trovare di che nutrirsi e piano piano iniziarono a perire di fame e di freddo. Tutte le pecore del pastore morirono assiderate. Si racconta che il povero pastore riuscì a salvarne soltanto una che era riuscito riparare e nascondere sotto la caldaia di rame che usava per fare il formaggio. Da allora il mese di gennaio ha 31 giorni, mentre febbraio è rimasto di soli 28 e, ancora oggi, aspetta di riavere le giornate date in prestito.
testi da http://www.filastrocche.it/contenuti/i-tre-giorni-della-merla/ e Wikipedia