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giovedì 29 gennaio 2015

I TRE GIORNI DELLA MERLA



I tre giorni della merla sono considerati i più freddi dell'anno. L'origine della denominazione non è conosciuta.
Sembra che in antichità c'era un cannone di prima portata, chiamato la Merla che doveva essere trasportato oltre il Po ed attesero quesi tre giorni molto freddi per poterlo trainare sul fiume gelato. Ma si dice anche  che una Nobile Signora di Caravaggio, nominata de Merli, la quale dovendo traghettare il Po per andare a Marito, non lo poté fare se non in questi giorni, ne' quali passò sovra il fiume gelato.
Per alcuni i giorni della merla corrispondono agli ultimi di gennaio, mentre per altri (Emilia Romagna) il 30-31 gennaio e 1 febbraio. 

Legati a questi giorni si tramandano varie leggende.

La neve scendeva dal cielo e copriva tutta la città, le strade, i giardini.
Sotto la grondaia di un palazzo in Porta Nuova c’era il nido di una famigliola di merli, che a quel tempo avevano le piume bianche come la neve. C’era la mamma merla, il papà merlo e tre piccoli uccellini, nati dopo l’estate.
La famigliola soffriva il freddo e stentava a trovare qualche briciola di pane per sfamarsi, perché le poche briciole che cadevano in terra dalle tavole degli uomini venivano subito ricoperte dalla neve che scendeva dal cielo.
Dopo qualche giorno il papà merlo prese una decisione e disse alla moglie: “Qui non si trova nulla da mangiare, se continua così moriremo tutti di fame e di freddo. Ho un’idea, ti aiuterò a spostare il nido sul tetto del palazzo, a fianco a quel camino, così mentre aspettate il mio ritorno non avrete freddo. Io parto e vado a cercare il cibo dove la neve non è ancora arrivata”.
E così fu fatto: il nido fu messo vicino al camino e il papà partì. La mamma e i piccoli uccellini stavano tutto il giorno nel nido, scaldandosi tra loro e anche grazie al fumo che usciva tutto il giorno dal camino.
Dopo tre giorni il papà tornò a casa e quasi non riuscì più a riconoscere la sua famiglia! Il fumo nero che usciva dal camino aveva colorato di nero tutte le piume degli uccellini!
Per fortuna da quel giorno l’inverno divenne meno rigido e i merli riuscirono a trovare cibo sufficiente per arrivare alla primavera.
Da quel giorno però tutti i merli nascono con le piume nere e, per ricordare la famigliola di merli bianchi divenuti neri, gli ultimi tre giorni del mese di gennaio sono detti “I tre giorni della merla”.
Tanto, tanto tempo fa a Milano ci fu un inverno molto rigido.


Gennaio era un mese un po’ dispettoso, che si divertiva a ricoprire il terreno di neve e gelo, non appena la merla si decideva a mettere il becco fuori dalla tana per procacciarsi del cibo. Stufa di questi scherzi, un anno la merla decise di raccogliere molto cibo, in modo da resistere per un mese intero chiusa nella sua tana. Gennaio , allora, che fino a quel momento durava solo 28 giorni, si indispettì e, per punire la merla, aggiunse 3 giorni al suo mese e fece scendere sulla terra il freddo, accompagnato da neve e vento. Presa alla sprovvista, la merla si trovò un rifugio di fortuna in un camino e, terminati i tre giorni, uscì tutta nera, segnando così il futuro piumaggio degli esemplari della sua specie.



Una merla dal bellissimo piumaggio bianco, era sempre strapazzata da gennaio, mese freddo e scuro, che non aspettava altro che lei uscisse dal nido in cerca di cibo, per scatenare freddo e gelo.
Stufa delle continue persecuzioni, un anno la merla fece provviste che bastassero per un mese intero e poi si rinchiuse nel suo nido. Rimase lì, al riparo, per tutto il mese di gennaio, che all’epoca durava ventotto giorni.
Giunti all’ultimo giorno del mese, la merla, credendo di aver ingannato il perfido gennaio, sgusciò fuori dal nido e si mise a cantare per prenderlo in giro.
Gennaio, furioso, se ne risentì e chiese tre giorni in prestito a febbraio. Avutoli in dono, scatenò bufere di neve, vento, gelo, pioggia.
La merla si nascose allora in un camino e vi restò ben nascosta aspettando che la bufera passasse.
Trascorsi i tre giorni e finita la bufera, la merla uscì dal camino, ma a causa della fuliggine, il suo bel piumaggio candido si era tutto annerito.
Così essa rimase per sempre con le piume nere e da quel giorno tutti i merli nascono di colore scuro.
Queste leggende più o meno sono simili: le piume dei merli diventano nere a causa della fuliggine dei camini, nel tentativo di proteggersi dal freddo.


Un'altra leggenda, molto triste, è ambientata sulle rive del Po.
Merla, una ragazza amante del ballo e del divertimento, voleva recarsi a ballare in un paese non lontano dal suo, attraversando di corsa una lastra di ghiaccio che copriva il Po ma questa si ruppe, non reggendo il peso della fanciulla. Per 3 giorni i suoi amici cercarono il suo cadavere ma il fiume non lo restituì più. Stando ad un’altra rielaborazione, un ragazzo e una ragazza, per recarsi ad una festa, attraversarono il Po gelato, scivolando però nelle sue acque e scomparendo. Solo una merla vide l’accaduto, cinguettando per tre giorni e volando sui passanti per cercare aiuto. Il 31 gennaio il sole sciolse i suoi ghiacci, restituendo i cadaveri, attorno ai quali sbocciarono i fiori.


Questa leggenda sarda non ha per protagonista i merli. 
Una volta, quando gennaio era di 29 giorni fece bel tempo per tutto il mese. Il pastore era contento perché il pascolo sarebbe stato rigoglioso e lui avrebbe avuto un buon reddito. Il pastore si vantò: “Meno male che quest’anno è iniziato col buon tempo e ormai gennaio è alla fine!”. Allora Gennaio dispettoso e cattivo disse: “Ah è così? Ora ti faccio vedere io!” Voleva umiliare il pastore e il mondo intero con il gelo e con il freddo. Ma poiché era alla fine dei suoi giorni e non avrebbe potuto mettere in opera il suo intento, andò da febbraio, che allora era di trenta giorni, e gli chiese due giorni in prestito:
 “Febbraio prestami due giorni, così che possa scatenare il maltempo con la neve e il gelo affinché il pastore muoia di freddo, così impara a vantarsi."
Febbraio acconsentì, gli prestò due giorni, e così Gennaio in quei due giorni si diede da fare a più non posso, con la neve e il gelo, giorno e notte. Cadde tanta di quella neve che gli animali non poterono più trovare di che nutrirsi e piano piano iniziarono a perire di fame e di freddo. Tutte le pecore del pastore morirono assiderate. Si racconta che il povero pastore riuscì a salvarne soltanto una che era riuscito riparare e nascondere sotto la caldaia di rame che usava per fare il formaggio. Da allora il mese di gennaio ha 31 giorni, mentre febbraio è rimasto di soli 28 e, ancora oggi, aspetta di riavere le giornate date in prestito.
testi da http://www.filastrocche.it/contenuti/i-tre-giorni-della-merla/ e Wikipedia


sabato 24 gennaio 2015

DAVOS


Oggi ho ricordato un romanzo di Liala [La sublime arte di amare] ambientato in parte a Davos.
Così - visto che idee ne ho poche per il blog - sono andata alla ricerca di notizie ed immagini di questo bellissimo paese; bello ed invitante in tutte le stagioni.






Davos è un comune svizzero del Canton Grigioni di 10.762 abitanti, nel distretto di Prettigovia/Davos ed è posto lungo il fiume Landwasser, nelle Alpi svizzere, a metà fra il passo del Plessur ed il Passo dell'Albula.




Iniziò il suo sviluppo durante l'Alto Medioevo, grazie alla forte immigrazione Romancia avvenuta in quel periodo. In seguito, verso il 1280, i baroni Von Vaz permisero a un gruppo di coloni Walser di stabilirvisi e concessero loro ampia autonomia amministrativa, facendo diventare la zona un centro di grande insediamento Walser, il più importante della parte orientale della Svizzera, dove ancor oggi questa parlata del tedesco è molto diffusa.


Alla fine dell'ottocento si tennero campionati di pattinaggio. Nel 1883 si volse il primo campionato di bob e nel 1889 Arthur Conan Doyle scrisse un articolo sullo sci. Nei decenni successivi Davos divenne una famosa stazione sciistica, frequentata soprattutto da turisti del Regno Unito e dei Paesi Bassi. Davos è una metropoli degli sport invernali. Possiede 58 impianti di risalita, 320 km di piste da sci, 75 km di sci nordico, 2 piste di pattinaggio e la pista per pattinatori e patiti del curling - la più grande in Europa -, tre piste per slittino. I compressori sciistici di Davos-Parsenn, Gotschna, Jakobshorn, Pischa, Mandrisa, Schatzalp/Strela e Rinerhorn sono ragrupparti in un'unica arena per gli sport invernali.

Divenne meta di nobili e ricchi che apprezzavano il suo microclima da alta valle, spesso raccomandato dai dottori ai pazienti bisognosi di lunga degenza, tra cui (1880) si fermò anche Robert Louis Stevenson al fine di curare la sua tubercolosi.

Thomas Mann ambientò nel sanatorio e nel comune di Davos il suo libro "La montagna incantata".
Il santorio venne Inaugurato nel 1900, si è da subito rivolto a una clientela internazionale affetta dalla tubercolosi in grado di permettersi delle cure esclusive. Il soleggiamento ottimale era di un’importanza vitale sul piano terapeutico, ragion per cui l’edificio è orientato a sud. Questa facciata lunga un centinaio di metri presenta una successione di terrazze protette dal vento: qui, sulle leggendarie sedie a sdraio gialle di marca Davos, erano distesi i pazienti imbacuccati nelle loro coperte, a godersi il sole e l’aria salubre di montagna. I progressi della medicina hanno poi portato alla chiusura del sanatorio negli anni ‘50. Ma a partire dall’anno 1954, al termine di un accurato intervento di ristrutturazione, lo Schatzalp riapre i battenti come hotel con 92 camere. La costruzione ha conservato molto dell’edificio originale, come l’impianto dell’ascensore del 1900.

Schatzalp Hotel (ex sanatorio) situato a 300 m. al di sopra di Davos.
Oltre che per le sue bellezze naturali e il clima, Davos è nota anche perché ospita l'annuale Forum Economico Mondiale, un incontro fra i principali dirigenti politici ed i principali esponenti economici ed è inoltre sede dell'Istituto federale per lo studio della neve e delle valanghe.


Il 1º gennaio 2009 si è fuso con l'ex comune di Wiesen, diventando così uno dei più estesi di tutta la Svizzera.

Birreria di Monstein – la birreria più alta d’Europa e prima birreria dimostrativa del Cantone Grigioni
Fiume Landwasser
Giardino alpino Alpinum Schatzalp
Museo Kirchner




martedì 20 gennaio 2015

sabato 3 gennaio 2015

QUEST'ANNO E' ANDATA COSI'.....

Quest'anno peggio degli altri anni.. poche cose e con ritardo.
Mi riprometto di aggiornare il mio blog con calendario, santi e altro nei prossimi giorni.
Natale è passato non ho più nulla di nuovo da fare quindi ... blog, mi dedico a te!!!!